Quello che offro con questo mio lavoro non è una disamina sistematica sull'argomento della comprensione del fatto artistico oggi, come un trattato, quanto una libera digressione contro il pensiero basato sull' "opinione prevalente", falsa ed ipocrita espressione di democraticità. Ho cercato di penetrare il rapporto intimo tra arte e fruitore, indagando il senso della bellezza artistica e il bisogno di liberare l'alfabeto della poesia e dell'arte dal palcoscenico asettico in cui oggi è costretto, concentrando la riflessione sulle novità espositive del MAXXI di Zaha Hadid. Ho cercato poi di fornire non tanto una critica fine a se stessa quanto di proporre una chiave di lettura o soluzione propositiva, riferita alla "spirale" come concetto geometrico ma anche "esistenziale", come per Le Corbusier era il "Modulor", o per Leonardo l'immagine delle proporzioni umane o "Uomo Vitruviano". Ciò per proporre una idea dell'essere come "fluire" o "divenire" non come qualcosa di definito o fissato una volta per sempre. Pertanto ho guardato all'arte come qualcosa legato alla vita che è crescita e mutazione. L'opposto della concezione attuale delle musealizzazione e della tecnica espositiva definita per questo espressione dell'"opinione prevalente".
Anonimo -