La storia dell'antropologia italiana durante il periodo interbellico è, per buona parte, da scrivere. Si tratta di una storia che ha le sue radici nella fine dell'Ottocento e nei primi del Novecento e che si intreccia a più livelli e secondo diverse declinazioni con l'avvento e il consolidarsi del regime fascista e la sua politica culturale e coloniale. E una storia che ha propaggini che si estendono ben oltre la fine della Seconda Guerra Mondiale, a volte nel segno della continuità piuttosto che della rottura. Ed è una storia in relazione alla quale si sono sviluppati gli studi demoetnoantropologici italiani del dopoguerra e determinate rappresentazioni e narrazioni del nostro passato (e futuro) disciplinare. A partire dalla constatazione che alcune domande, quale quella dei rapporti tra antropologia e fascismo, sono rimaste inevase o addirittura inespresse per lungo tempo, questo volume fa luce sull'antropologia italiana duran te il Ventennio fascista attraverso una serie di saggi inediti che riflettono su figure e momenti salienti della disciplina in campo antropologico, folklorico e coloniale.
Anonimo -