Il commissario Vidal Tonelli, diretto per motivi personali da Pordenone a Venezia, riceve per il giorno successivo un invito a pranzo a Trieste, a casa di Jacob Rosenstern. Nel corso del viaggio da Venezia a Trieste, rievoca le circostanze in cui la sua famiglia e quella israelita triestina dei Rosenstern si conobbero. Vidal e Daniel, figlio di Jacob, sono ancora amici ed ex compagni di università. Giunto a Trieste, Tonelli viene accolto dal novantenne Jacob Rosenstern, che lo mette al corrente della secolare storia della propria famiglia e delle vicende personali, rendendolo così depositario e testimone dei fatti, da svelare ai due figli, Joseph e Daniele, nel caso lui sia impossibilitato a farlo di persona. Il racconto è drammatico: Jacob ricorda come, in seguito all'intensificarsi degli attacchi alla comunità ebraica triestina, si trasferì con la moglie Lia nella campagna pordenonese, presso la famiglia Vidal. La donna, fragile e sensibile, diede alla luce il primogenito Joseph ma entrò subito dopo in depressione con catatonia psicotica, venendo perciò ricoverata in manicomio a Trieste. Il marito decise allora di abbandonare il figlio, per farlo crescere lontano dall'odio razziale, affidandolo a una coppia di amici che stava per trasferirsi negli Stati Uniti. Jacob non lascerà mai la moglie, facendole visita settimanalmente per raccontarle ciò che accade nel mondo, da lei abbandonato a causa della malattia e da cui uscirà solo nel 1972. Rimasto solo, ma con il dovere di salvare l'azienda di famiglia, Jacob viaggiò per lavoro in tutta Europa, trovando anche il tempo per innamorarsi di Rachel, da cui avrà un secondo figlio, Daniele. Sentendo avvicinare la fine dei suoi giorni, vorrebbe riconciliarsi con i suoi affetti, perché non vuole morire senza essere stato in grado di liberarsi dall'odio: lui è consapevole della sua incapacità a perdonare. Ma il destino dispone diversamente, per lui e per gli altri membri della famiglia Rosenstern. Sarà il commissario Vidal, in un drammatico finale, a cercare di restituire ai superstiti la forza di perdonare.
Anonimo -