In una sorprendente collaborazione con Roddy Doyle, vincitore del Booker Prize con il libro Paddy Clarke ah ah ah ah!, autore di punta della narrativa irlandese contemporanea, Il secondo tempo racconta la «vita da mediano» della bandiera del Manchester United e della nazionale irlandese: Roy Keane. Uno di quelli che si piazzano in mezzo al campo ed entrano in ogni azione, che adorano il gioco fisico e i contrasti e quando è il caso non disdegnano una rissa, che al momento giusto sanno trascinare la squadra o stendere un avversario e beccarsi un cartellino. E soprattutto un giocatore leale, pronto a stringere la mano anche al nemico più odiato e a sostenere un compagno in difficoltà. Insomma, uno nato per essere capitano, dell'Irlanda, guidata fino ai Mondiali di Giappone e Corea del 2002 per poi abbandonare maglia e ritiro e tornarsene in Europa, e dei Red Devils, per dodici anni di trionfi accanto ai vecchi Bryan Robson, Giggs e Beckam e ai giovani Rooney e Ronaldo, passando per una finale di Champions vinta da spettatore dopo l'ennesima squalifica, fino al clamoroso addio, dopo un litigio con Alex Ferguson, che Keane non si degna nemmeno una volta di chiamare Sir. Una carriera eccezionale, accompagnata dalla fama di lottatore implacabile - o di picchiatore criminale, secondo i punti di vista - tra rivalità acerrime, come quella per l'Arsenal e per Vieira, scazzottate con avversari e compagni di squadra, colossali bevute, diete purificatrici, antidolorifici e infortuni e perfino un'accusa di lesioni personali per un'entrata assassina. E poi il ritorno da allenatore, con la stessa capacità di fare gruppo e combattere per la propria squadra, ma anche una saggezza che forse nessuno si sarebbe aspettato. Una nuova sfida, nuovi successi, qualche sconfitta e altre polemiche, per uno che in vita sua non ha mai tirato indietro il piede e non ha mai accettato di tenere la bocca chiusa.
Anonimo -