Seneca più di tutti ci ricorda che per arrivare alla perfezione delle stelle si devono attraversare le imperfezioni, ambiti di ruvide asperità: "Per aspera ad astra". Esistere è attraversare la realtà frazionaria delle forze d'attrazione tra corpi dotati di massa. Stare in piedi nello stato di cose del mondo è appartenenza alla stessa fenomenologia della spinta verso il basso tradotta dalle leggi gravitazionali di Newton; il tentativo continuo di armonizzarsi con la gravitazione universale e di vincerla opponendosi. Chi prova ad andare verso e ad attraversare l'avverso è allora aspronauta. Poiché nel caos non decidibile della instabilità delle cose, e nella stabilità di essere gettati (gi-acer, jacere) dal caso (casus, cadere) a terra continuamente, attraversare il reale e cercare la migliore disorgarmonizzazione con le sue asperità resta la cosa meno pericolosa da fare.
Anonimo -