a cura di Caterina Zuccaro Il Kinostudio Vecchia Albania, (oggi sede del Ministero della Cultura albanese), è stato inaugurato a Tirana nel 1952. In questo saggio Gëzim Qendro affronta in modo multidisciplinare ed interdisciplinare il tema singolare del significato della presenza massiccia di codici simbolici religiosi in un edificio pubblico, progettato in un Paese marxista (lURSS), realizzato in un altro Paese marxista (lAlbania) e destinato ad essere sede dellindustria cinematografica albanese, una macchina di propaganda del regime. Un edificio che doveva, perciò, essere emblematico della nuova mentalità, della nuova epoca, quindi anche del suo laicismo e anzi, meglio, del suo ateismo. Lautore ha indagato le possibili motivazioni alla base di questa contraddizione palese ma tuttavia autorizzata ricorrendo agli strumenti della storia, della storia delle religioni, della storia e della critica dellarte e dellarchitettura in particolare, della filosofia, della filosofia dellarte e dellepistemologia, attingendo con passione e competenza a fonti testimoniali e di archivio e ad una vastissima e qualificata letteratura dei diversi campi coinvolti. Ne è emerso un saggio di alto profilo scientifico, che si legge come un romanzo.
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