"Concepito inizialmente come "Vie de Menalque" (Vita di Menalca), "L'immoralista" viene scritto tra l'ottobre del 1900 e l'ottobre dell'anno successivo.(...) L'opera nasce dal vissuto di Gide (l'Africa, il matrimonio, la scoperta dell'ornosessualità) e affronta il tema dell'autorealizzazione già affrontato in termini liberatori nelle pagine entusiaste delle "Nourritures terrestres".
Il racconto si sviluppa intorno all'amara confessione di Michel, l'immoralista colpevole di aver causato la morte della moglie, travolta dal suo egoistico vitalismo. In uno scenario africano familiare a Gide (Tunisi, Biskra, El Kantara...) si consuma la difficile autorealizzazione di Michel.(...)
"L'immoraliste" è un racconto a tesi: ogni pregiudizio di ordine morale è incompatibile con la totalità dell'esistere.(...)
Pubblicato nella primavera del 1909, anche "La porta stretta" ha avuto una lunga preparazione ed è coesistito con quello dell'"Immoraliste", anzi ne è "gemello", come dichiarerà Gide nel Journal(7 febbraio 1912). (...) Il dramma dell'inconciliabilità tra l'amore di Jeróme per la cugina Alissa e l'amore totale che Alissa dedica a Dio fino al sacrificio della vita, affonda le sue dolenti premesse nell'adolescenza di Gide e nel suo innamoramento per Madeleine. Come l'eccesso di desiderio uccide nell'"Immoraliste", così nella "Porte étroite" è un eccesso di virtù a uccidere. (...) Per Gide l'equilibrio non può essere raggiunto evitando gli eccessi, ma solo contrapponendoli incessantemente e vivendone i conflitti." (Lanfranco Bini)
Anonimo -