La voce narrante è quella di Adolfina Freud, una delle sorelle di Sigmund. Adolfina racconta la storia della sua famiglia e della Vienna di fine Ottocento e inizio Novecento dai campo di concentramento dove è stata rinchiusa nel 1938, per l'indifferenza e incuria del celebre fratello, che nella sua fuga a Londra ha portato con sé parenti e conoscenti, ma ha volutamente abbandonato le sorelle... Un romanzo ispirato a una storia vera che mette in luce un lato sconosciuto e controverso del grande padre della psicanalisi.
La nostra recensione
Quando Freud lasciò Vienna per sfuggire all'occupazione nazista, gli furono concessi diversi visti per gli accompagnatori, ma tra loro non figuravano le sue quattro anziane sorelle, che furono poi deportate e morirono in campo di concentramento. Una di loro, Adolfine, è la voce narrante di questo originale romanzo che ha portato all'attenzione internazionale l'esordiente autore macedone. Un vibrante ritratto di donna nella Vienna effervescente del primo Novecento, cresciuta in una famiglia arida di sentimenti, concentrata sul culto della personalità del primogenito Sigmund.
Impedita a disegnare per sé un progetto di vita, devastata da un amore funesto, Adolfine visita un'amica in un ospedale psichiatrico e ci si fa volontariamente internare, trovando una via di fuga nell'osservazione della follia. La sua è una visione poetica dei labirinti della psiche, un approccio originalissimo che rende indimenticabile questo romanzo- rivelazione, premiato con l'European Prize for Literature 2010 e pubblicato con successo in tutto il mondo.
Daniela Pizzagalli
Anonimo -