L'opera ha lo scopo di offrire analisi e spunti di riflessione per comprendere come e perché l'Italia abbia ceduto, all'Unione Europea, la propria sovranità economica e monetaria (e dunque, latamente quella politica), disattendendo in questo modo la Costituzione del 1948, e precisamente, i principi fondamentali inderogabili (sovranità popolare, uguaglianza sostanziale, tutela del lavoro e del risparmio), con conseguente frustrazione dei processi democratici in ragione del vincolo esterno (mercati e normative sovranazionali). Nel volume verrà analizzato, in primo luogo, il concetto di sovranità sia in termini generali e poi in un'ottica costituzionale. In particolare, ci si occuperà dell'art. 11 Cost. e della differenza tra limitazione e cessione. Dopo di che, si passerà a una rassegna (sommaria) della normativa europea, soprattutto sul piano economico e monetario (struttura a pilastri, competenze, divieti di aiuti di Stato, MES, Fiscal Compact e strumenti pandemici). L'analisi proseguirà poi con il processo di desovranizzazione sul piano delle fonti di produzione del diritto europeo e della giurisprudenza europea e costituzionale (in particolare, ci si occuperà del vincolo comunitario ai sensi dell'art. 117 Cost.). Dopo di che, si analizzeranno le ragioni ideologiche e politiche che hanno portato alla sostanziale disapplicazione della Costituzione del 1948 e all'adozione di un modello economico palesemente incompatibile con la nostra carta fondamentale. L'ultima parte, infine, verrà dedicata alle ipotesi di uscita dalla moneta comune (l'euro) e/o dall'Unione Europea, e verranno spiegate le ragioni per le quali l'uscita non solo è opportuna ma è anche un dovere patrio ineludibile alla luce della Costituzione, che non è stata scritta e promulgata per cedere sovranità a entità sovranazionali, bensì perché il popolo italiano possa autodeterminarsi politicamente, socialmente ed economicamente secondo i principi in essa contenuti e nel suo esclusivo interesse.
Anonimo -