Chicco ha un problema: come tutti i suoi coetanei vorrebbe una mamma che lo ami, un papà che lo educhi e un fratello maggiore da imitare. Invece la mamma se la fa con i giostrai e torna sbronza alle sette di mattina, il fratellastro Leonardo lo chiude in camera con un piatto di polpette fredde per stare da solo con la fidanzata, e il padre passa i pomeriggi davanti a Baywatch. Insomma, la sua vita è un disastro: eppure, la storia che lo vede protagonista fa sorridere e insieme pugnala al cuore pagina dopo pagina. Barbara Di Gregorio ha scritto un romanzo che non rispetta nessuna regola, in cui l'immaginazione è feroce e la sfiga ci vede benissimo, i padri ci sono poco e male, e i figli non vorrebbero mai diventare grandi. Un libro su una famiglia che sa di non appartenere a nessun luogo per credere che la fantasia può davvero salvarci la vita.
La nostra recensione
Questa è la storia di un popolo e di due fratelli, Chicco e Leonardo. Il più piccolo è ciccione e triste, l'altro secco e incarognito con la vita. Chicco mangia tutto ciò che trova. L'altro scappa di casa prima che può perché da quando suo padre se n'è andato il dolore l'ha avvolto come un rovo. La madre di entrambi vive per le giostre e i luna park luminosi abitati da gente strana. Gente che non sa stare ferma nello stesso posto, come la nonna di Leonardo, che abitava in una casa costruita con fondamenta profondissime per chiuderci dentro tutta la propria voglia di scappare. "Ai tempi della famiglia sua c'erano solo le roulotte, senza motore, senza gabinetto, senza acqua e senza luce. Quando volevano spostarsi la dovevano attaccare al cavallo (¿)" "Ma per andare dove?" "Per andare e basta." "Ma perché?" "Eh, perché? Erano un'altra razza." "Negri?" "Peggio." "Gli zingari?"
Gente che sa di non appartenere a nessun luogo: zingari. Zingari che hanno deciso di fermarsi, di diventare come gli altri, come tutti. Ma la terra, senza la libertà dei nomadi è buona solo per le tombe. È l'inquietudine del sangue che detta le regole del destino, che trasforma il bisogno di amore di un bambino in un'ossessione.
Tutto accade negli anni Novanta, in una Pescara che divora la campagna e asfalta le strade per andare più veloce, su cui il cielo è spesso cupo e il vento tira forte. La città diventa tutt'uno con Chicco, Leonardo e la loro famiglia esplosa di zingari rinnegati.
Libro d'esordio di Barbara Di Gregorio, Le giostre sono per gli scemi è una storia allergica alle regole narrative, capace di far sorridere e insieme pugnalare al cuore man mano che il racconto entra nel vivo, raccontandoci come, qualunque strada si prenda, sia solo il legame di sangue che ci lega a dettare le regole del destino.
Su tutto, vince il coraggio di avere osato qualcosa di diverso. E nuovo.
Valeria Merlini
Anonimo -