Un'iniziazione all'arte dalla preistoria ai nostri giorni.
Larte contemporanea è una lingua cui occorre essere iniziati, esattamente come larte di qualunque altro secolo. Per esempio, se non conosciamo la simbolica dellepoca, non riusciamo a interpretare correttamente il ritratto di Luigi XIV realizzato da Hyacinthe Rigaud; e analogamente, se non sappiamo quanto Jeff Koons sia oggi impegnato nella battaglia a favore dei diritti LGBTQ+, non riusciamo a capire il significato del suo famoso mazzo di tulipani. Percorrendo il cammino che, dalle prime tracce artistiche di Chauvet risalenti a quarantamila anni fa, porta fino al mazzo di Jeff Koons del 2019, vorrei riuscire a vanificare i discorsi di tutti quegli uccelli del malaugurio che pensano che larte sia morta, che il Bello non sia più in grado di imporre le proprie regole come ha sempre fatto, e che larte contemporanea nella sua totalità meriti di finire nella spazzatura. La verità è che il Bello è un cruccio assolutamente recente nella storia dellarte e ha pure smesso di esserlo abbastanza in fretta; è durato insomma lo spazio di pochi decenni: tra il 1750, anno in cui Alexander Gottlieb Baumgarten canonizza luso moderno del termine «estetica», e il 1826, anno dellinvenzione della fotografia. Sostenere che larte contemporanea, avendo smesso di puntare al Bello, non sia più legittimata a considerarsi arte, si rivela quindi una totale sciocchezza.
Anonimo -