"Anche i contenuti di questo quarto quaderno de 'Le storie de me nono' sono dedicate ai miei tre bellissimi e a tutti i bambini, indistintamente. Quello che io ascolto, raccolgo, scrivo e ravvivo con alcuni disegni e figure vuole essere un contributo per conservare la nostra tradizione culturale e linguistica. Non è la lingua 'più pura' e cittadina del grande Berto Barbarani ma è quella dei nostri 'vecchi', delle nostre nonne, zie e mamme; la lingua dei nostri paesi che, purtroppo, a causa di mode male intese va perdendosi, perché non viene più usata. Si preferisce l'uso di una parlata sedicente 'italiana' ma che italiana non è. E anche essa un adattamento alla praticità della vita quotidiana. La raccolta di storie, proverbi e filastrocche è il risultato di ricerche personali e soprattutto dei racconti di filò del nonno Mariano, abile intrattenitore del gruppo di bambini nelle stalle della campagna veronese nelle serate invernali di qualche decennio fa. Auguro a tutti una buona lettura e, in presenza di un bravo narratore, anche un buon divertimento." (L'autrice)
Anonimo -