Ole Reuter ha una cinquantina d'anni, è consulente di manager e politici a Monaco, ha subito sette operazioni e un controllo fiscale. Ha abbandonato il lavoro e la moglie Judith. Ora salta da un treno all'altro, in una Germania convalescente. Descrive e annota quello che fa, e al tempo stesso si osserva. Fruga in una memoria ormai labile, combatte l'invadente afasia, cerca di placare ansie e insonnie.
È un viaggio nel proprio destino, che attraversa il cuore dell'Europa, un paese che mostra ancora le cicatrici della riunificazione. L'itinerario è popolato di paesaggi e persone reali, ma ben presto si arricchisce di visioni e fantasmi, come gli angeli Barampola e Quadorkus o il mefistofelico Barone La Visione, autore di un "decalogo della malvagità" in undici cattivi consigli.
"Lui o io" indica i modi in cui il protagonista racconta questa odissea, in prima e in terza persona. Ma allude anche al rapporto forte che Nadolny intrattiene con il lettore: un braccio di ferro inciso in una scrittura in apparenza pacata ma sottesa da pulsioni esplosive, da un'urgenza che si avverte in ogni pagina. Malinconico umorista, Ole Reuter è un emblema dell'uomo contemporaneo, delle sue insofferenze e dei suoi disagi, a cominciare dall'impossibilità di definire ormai che cosa sono il bene e il male. Inseguendo le sensazioni e i pensieri di un individuo così normale e così inquieto, Nadolny conduce una profonda riflessione sulla nostra vita interiore: tra le infinite bazzecole quotidiane e le grandi domande di tutti i tempi, fruga alla ricerca di quello che in noi resiste ai massacri del tempo.
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