Sin dal primo approccio con l'arte di Pablo Echaurren, per una misteriosa e subitanea alchimia, una impressione di singolare familiarità e piacevolezza avvolge e pervade l'osservatore, trasmettendogli la sensazione di una straordinaria carica vitale. È in questa energia e apparente solarità che risiede forse il segreto dell'arte di Paino - nomignolo affettuoso in cui venne contratto il terzo nome dell'artista, 'Papageno' - che ha indiscutibilmente il pregio della comunicativa ed è, in ciò, assolutamente figlia del nostro tempo; una comunicatività, che affonda le sue radici in un vissuto personale, dal rapporto col padre - l'artista surrealista cileno Sebastian Matta - alle esperienze nel mondo della cultura alternativa e dei fumetti, alla sua passione di collezionista di arte e letteratura futurista. Sviluppatasi all'insegna della contaminazione dei generi la sua arte si propaga e si diffonde ovunque, senza distinzioni preconcette: la si può cogliere nella copertina di un libro, in una lettera in cui disegni e parole giocano a creare continue assonanze e risonanze, come in manufatti artistici più canonici. Io stesso ho avuto la fortuna di vedere disegnata la copertina del mio primo libro, "C'era una volta una gatta", edito da Savelli, dal suo geniale estro visivo - quello stesso che illustrò tante altre copertine della mitica collana "Il pane e le rose". La bella mostra che il Chiostro del Bramante propone ripercorrendo la vulcanica produzione dell'artista lungo l'ultimo trentennio ha il pregio di enucleare e rendere evidente proprio questo, l'assoluta trasversalità degli interessi di Echaurren e l'insofferenza di qualsiasi steccato che separi gli infiniti campi in cui si può declinare l'ispirazione artistica; annullando le distanze e creando proficui contatti tra la cosiddetta arte aulica e le manifestazioni più 'popolari' del fare artistico, egli si pone infatti come uno degli ultimi, felici esempi della tradizione dell'homo faber, vero e proprio artifex capace di plasmare con cura ogni aspetto del suo ambiente vitale. (Dall'introduzione di Gianni Borgna, Assessore alle Politiche Culturali del Comune di Roma)
Anonimo -