Quarant'anni, nativo di Catania, trapiantato in Piemonte, il maresciallo Luigi Arnaudi si destreggia tra cacciatori di frodo, debiti di gioco e traffico di valuta. Ma anche soprattutto con i peccati veniali di un'Italia di paese, in fondo ancora sprovveduta e genuina. Ed ecco, allora, le manie di persecuzione di Monsù Cichin, convinti che i familiari gli vogliano rubare... il pepe di caienna (Il mio amico Gigi) o l'amore senile, e ben pericoloso, del sciur Dino Pasquè (I bei denti del Sciur Dino). E ancora: le risse di paese che nascondono vecchi rancori (Il sospetto), l'omicidio di un guardiacaccia (Il berretto di cuoio), un'inspiegabile sparizione di gioielli (I ravanin) e ben tre furti nella tenuta del Cavalier Arrighi. Troppi per non far sospettare della servetta Michela Lunardon (Cuori semplici)... Turi Ferro infonde una verve tutta siciliana all'infaticabile tutore dell'ordine e contribuisce a fare di questo sceneggiato un classico della tv d'antan, premiato da milioni di telespettatori
Anonimo -