Prende avvio con questo volume la prima edizione italiana degli "Scritti postumi" di Arthur Schopenhauer: acquisizione decisiva, se si considera che le carte manoscritte lasciate dal filosofo consentono di penetrare i segreti del suo laboratorio, e in particolare di osservare da una prospettiva assolutamente nuova quello che egli stesso definisce "il processo di fermentazione" del suo pensiero, la genesi della sua filosofia e delle opere capitali. Il presente volume comprende tutte le carte giovanili, cioé i primi versi, glosse, appunti di lettura, annotazioni di diversa ampiezza, veri e propri aforismi, nonché i cosidetti "Erstlingsmanuskripte", ovvero una serie di 716 frammenti stesi tra il 1804 e il 1818 dai quali - come Schopenhauer osserva in una postilla autobiografica a margine - "scaturì allora l'intera mia filosofia come un bel paesaggio esce dalla nebbia del mattino". Leggendo queste pagine possiamo dunque seguire momento per momento l'irrompere delle intuizioni destinate a sostenere il pensiero schopenhaueriano: in particolare, troviamo qui in nuce le teorie poi sviluppate ed esposte nella "Quadruplice radice del principio di ragione sufficiente" e nel "Mondo come volontà e rappresentazione" - ed emerge tra l'altro qualche primo segno di interesse per la sapienza orientale. Ma riaffiorano anche, non meno preziose, dottrine in seguito lasciate cadere o sottoposte a profonde metamorfosi, come quella della "coscienza migliore", il concetto al quale negli anni giovanili Schopenhauer assegna la funzione di squarciare il velo della rappresentazione e rivelare l'essenza metafisica della realtà.
Anonimo -