"... Una terra ricca di immagini e di visioni, di ombre che si allungano sui corpi di vasi, di crateri, di kylix o di anfore panatenaiche ripiene del giallo oro dell'olio; di ombre colorate proiettate in sequenza... Sergio Vecchio inquadrava con lo sguardo i tempi del suo racconto tra pagine di realtà e di fantasia, con figure che assumono i contorni di presenze raffigurate dalla narrazione che è propria del suo registro pittorico, del suo modo di introdurre il colore come sollecitazione emotiva, come suggerimento di uno stato d'animo, soccorso dal segno piegato a traccia descrittiva, alle volontà dell'occhio, alle capacità che lo strumento della percezione visiva ha di nominare gli oggetti, seguendo l'indice redatto da mnemosine".
Anonimo -