È una tranquilla o almeno così di primo acchito potrebbe sembrare mattina di fine novembre quando, alle 6,45, la caposala Erika Sbarozzi, finito il turno di notte, si appresta a uscire dallatrio stranamente deserto o quasi dellOspedale Maggiore e, tra il lusco e il brusco di quel venerdì non ancora completamente sbocciato, le appare sullampio scivolo dingresso che porta al piazzale dabbasso il posteriore irriverente di quello che pare essere un enorme bue.
Inizia così questo particolarissimo fine settimana bolognese che, in un continuo crescendo di una situazione quanto mai surreale e caotica di scompiglio generale, nel proprio svolgersi coinvolgerà, senza nulla e nessuno risparmiare, gente comune, politici, imprenditori, uomini di fede, militari e mass-media.
Anonimo -