L'Unione europea è la più grande innovazione politica della seconda metà del Novecento: ha riconciliato nazioni che si erano dilaniate in guerre sanguinose e contribuito alla prosperità del continente. Passando, in cinquant'anni, da sei a ventisette paesi, ha dimostrato un'incredibile forza di attrazione. Riccardo Perissich, che ha partecipato all'"avventura europea" per più di vent'anni, delinea in questo libro un profilo estremamente concreto e vivace delle maggiori istituzioni - Consiglio, Commissione e Parlamento - e delle personalità che negli anni vi hanno investito entusiasmo e passione politica, ripercorrendo "dall'interno" le tappe di uno sviluppo di cui si tende oggi a dimenticare quanto sia sempre stato difficile e controverso. Convinto che per capire l'Europa occorra innanzitutto capire le nazioni che la compongono, l'autore passa in rassegna, con l'apporto di illuminanti aneddoti, i vari modi in cui ognuno dei paesi partecipanti ha vissuto la sua particolare visione dell'Europa, dimostrandoci anche come sia stato possibile, almeno sinora, trovare una sintesi. Nonostante i successi nell'integrazione economica, Perissich ritiene che questa non sarà veramente irreversibile finché non le verrà data anche una dimensione politica. Dietro il rifiuto di progredire verso l'unità politica non c'è tanto il rischio che i vari paesi si rinchiudano in se stessi ma "piuttosto la tentazione di rinunciare a essere soggetto e non solo oggetto della storia".
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