La pandemia del Covid19 ci ha messi di fronte a un evento traumatico che ci costringe a un nuovo apprendistato: ragione, lavoro, relazione, vicinanza, sicurezza, democrazia, povertà, disabilità - ma anche fede, Chiesa, spiritualità, sacramenti, prossimità - sono ancora lì, ma non sono come prima. Il nostro tempo si è interrotto, una frattura si è instaurata. Ci scopriamo feriti là dove nemmeno immaginavamo. Affamati di parole che abbiano il coraggio di affrontare la radicalità del presente, non vogliamo disperdere il pianto e i timori di questo momento. Non si tratta di inventare narrazioni consolatorie, ma di cercare parole che sappiano dire i processi mentre vengono vissuti, e contribuire, per quel che possiamo, a «svegliare l'aurora». La notte che avvolge questo tempo difficile è, nell'evidenza, necessaria - se attraversata senza fughe - a poter vedere le stelle, che sono il riflesso dei sentieri che queste pagine vorrebbero offrire.
Anonimo -