Nel "lungo Ottocento" che si chiude con la Grande Guerra l'impero ottomano si trasforma sotto la pressione degli interessi europei, nel confronto con la modernità, e con il progressivo sviluppo di un nazionalismo arabo entro un impero viceversa caratterizzato dalla coabitazione e dalla convivenza di gruppi, anche religiosi, differenti. In questo contesto, la minoranza cristiana giocò un ruolo importante, di gran lunga superiore alla propria entità numerica. Il saggio di Del Zanna mette in luce come i cristiani ottomani furono un'élite modernizzante, colta e cosmopolita, decisiva nella vita culturale ed economica dell'impero e anche nello sviluppo di quell'idea nazionale di cui poi, ai primi del Novecento, finì viceversa vittima, allorché prevalse un nazionalismo turco anti-occidentale che considerò i cristiani ottomani complici dell'imperialismo europeo.
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