Il mondo è ancora sullorlo di una crisi di nervi. La pandemia da Covid-19, seminando morte e angoscia, ha aggravato, infatti, gli squilibri economici e sociali prodotti dalla globalizzazione e dalla disgregazione degli Stati sovrani. Le politiche pubbliche non sembrano più reggere allavanzata impetuosa delle multinazionali finanziarie che detengono oramai lintera ricchezza del pianeta. Che fare, dunque, per evitare la dittatura dei nuovi potentati di turno, senza rafforzare, peraltro, lascesa al potere di quei movimenti politici, neopopulisti, che affondano le proprie radici nellignoranza e nella manipolazione del sapere attraverso lutilizzo delle piattaforme digitali? La risposta non è semplice, ma obbligata: occorre restituire centralità ai processi di formazione culturale così da cacciare dal tempio i mercanti di questo millennio che commettono delitti in nome e per conto del popolo. Così come è necessario rilanciare, in chiave liberale, progetti e idee in grado di redistribuire benessere e assicurare funzionalità ai sistemi istituzionali di tipo federale. In questo drammatico scenario universale, riuscirà lItalia a salvarsi per il tramite delle sue attuali classi dirigenti? Le indicazioni del libro sono sorprendenti.
Anonimo -