"Accostarsi ad un'opera storica presuppone - stimola - due operazioni mentali: primo, un interesse verso i fatti, i personaggi, l'epoca di cui si parla (come avvenne che il senato di Roma, benché riluttante, finì per muover guerra ad un usurpatore numida, Giugurta, e, dopo una serie di compromessi e rovesci e campagne logoranti, la vinse?); secondo, un interesse verso lo storico: Sallustio era un uomo politico; era stato senatore, questore, tribuno della plebe, proconsole. Perché si dedicò alla storia? Perché scelse queste e non altre vicende? Di quale più ampio contesto le ritenne sintomatiche o preparatorie? Come concepiva il mestiere di storico, fino a che punto lo si può ritenere imparziale? Chi, di fronte a un libro di storia, si pone questi interrogativi, sottopone a giudizio non solo i fatti narrati e il narratore ma anche il presente e se stesso e constata che di qualsiasi avvenimento si possono discernere significati profondi, aspetti che erano passati inosservati, che qualsiasi giudizio è parziale e modificabile, e ogni storico nel giudicare il passato è condizionato dal processo storico in corso nel tempo in cui vive". Lidia Storoni Mazzolani Edizione con testo originale a fronte.
Anonimo -