Il libro di Holscher offre una nuova e agile lettura del classicismo dell'arte romana, svelandone caratteristiche finora poco indagate, seguendo e interpretando i percorsi che hanno condotto alla cristallizzazione dei modelli greci durante l'epoca imperiale. Di qui la domanda che attraversa il libro: l'arte romana è originale? E, piú propriamente, ha senso, dal punto di vista storiografico, porsi questa domanda? Nella Roma all'apice dello splendore, l'arte diventa infatti veicolo privilegiato per esprimere messaggi non solo estetici ma anche politici, ideologici e morali: forme specifiche, mutuate dall'arte greca, comunicano altrettanti valori specifici, squisitamente romani. Tali forme diventano così standard, simboli costantemente ripetibili e riconoscibili da ogni abitante dell'impero. L'eclettismo dell'arte romana non va dunque letto come fenomeno di decadenza del gusto, ma come consapevole esigenza di creare un sistema semantico organico e statico. Ipotesi che nel corso del libro trova conferma nel serrato confronto tra opere d'arte romana e originali greci: in particolare le raffigurazioni di battaglie e di riti religiosi, quali le processioni, dove la componente simbolica si fa piú evidente e dove piú chiaramente emerge la tipizzazione delle forme.
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