Andreoli si è dedicato alle ricerche sul cervello presso diverse università, è stato testimone e protagonista della rivoluzione della psichiatria, che passava dalle "terapie della morte", come l'elettroshock, alla scoperta degli psicofarmaci e a una nuova concezione del funzionamento del cervello e della malattia mentale. In seguito, avrebbe diretto lui stesso un ospedale psichiatrico, scontrandosi con le abitudini radicate (come quella di legare i malati) e anche con le pericolose fughe in avanti (che hanno portato alla chiusura dei manicomi). Questo libro è un viaggio nella scienza, il bilancio di una vita e un appello a quel sentimento di umanità e partecipazione che sempre deve animare il rapporto tra lo psichiatra e i "suoi matti".
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