La versione del serpente dell'Eden sembra andare per la maggiore: si accetta un Dio superiore all'uomo e che tale intende restare, che punisce gli uomini se vogliono prendere il suo posto ed esige il sacrificio del migliore di essi affinché non restino nella maledizione; sul fronte opposto, si pensa a un uomo bisognoso di Dio per potersela cavare, ma che può riuscire in ciò solo obbedendogli, pena la morte. Con la Bibbia alla mano, l'autore smaschera i presupposti del serpente e recupera una immagine di Dio e dell'essere umano radicalmente diversa. Dio crea l'uomo creatore, aperto al riconoscimento dell'alterità: dell'universo, dell'altro, di Dio e anche propria. Dio e l'uomo sono così poco concorrenti da poter convivere nella persona di Gesù.
Anonimo -