Che gente saremmo senza la passione per questo o quello sport? Come animeremmo serate, discussioni, pause caffè, sentimenti di emulazione o di condanna verso i nostri atleti preferiti? In attesa di goderci le Olimpiadi estive di Rio dal 5 al 21 agosto 2016 con le gare di nuoto e di tuffi, di atletica e canottaggio, di ciclismo e boxe, ci tuffiamo nei libri sullo sport con 10 titoli da leggere al volo.
Agosto 1960. Gli occhi del mondo sono puntati sulle grandi Olimpiadi di Roma, durante le quali l'Italia trionfò in un clima di collaborazione e dialogo nel gioco. Francesco Pinto, responsabile del programma televisivo "Sfide", ricostruisce quei giorni gloriosi, facendoci rivivere con un romanzo ricco di personaggi sfaccettati e originali un evento sportivo indimenticabile: un pezzo di storia del Novecento che ci riporta a un tempo in cui i sogni, il coraggio l’inventiva degli italiani avevano il potere di cambiare il mondo.
Un'antologia di racconti da leggere tutti d'un fiato, in cui il mondo dello sport, anche quello Paralimpico, è lo sfondo sul quale si muovono investigatori e personaggi amati dai lettori delle Edizioni E/O, coinvolti in storie criminali fra doping, omicidi passionali e altri delitti. L'Alligatore, Igor Attila, il capitano Antonio Bosdaves, la RED dei fratelli Tripaldi, Biagio Mazzeo, il tenente Rocco Liguori, la sovrintendente Bianca, Mila Zago e Pulcinella. Nove personaggi seriali, nove modi di interpretare il noir. Il risultato è un l'acconto diverso delle Olimpiadi, uno spaccato da cui emergono tutte le contraddizioni del mondo dello sport, animato spesso da sentimenti positivi, ma lacerato anche dagli interessi delle grandi organizzazioni criminali e dal malaffare.
Dopo aver raccontato come amavano i romani e i greci, quali erano i loro divertimenti preferiti, come si vestivano e si pettinavano, cosa mangiavano, in che modo vivevano politica e religione, nascita e morte, Eva Cantarella non poteva far mancare ai lettori, nell'anno dei Giochi di Rio de Janeiro, una storia delle Olimpiadi antiche. Perché, se è noto che a Olimpia si incontravano ogni quattro anni i migliori atleti dell'Ellade, sono pochi a sapere - per esempio - quanto duravano i Giochi, che cos'era la tregua sacra, o che a Olimpia esisteva un vero e proprio albergo per atleti e allenatori, oltre che per i tifosi più abbienti.
Il surf è un'arte dai molti paradossi, in cui il desiderio di mostrarsi non è mai separato da quello di essere soli con le onde e sparire dietro un sipario di schiuma. "Le onde sono il campo da gioco. Il fine ultimo". Ma sono anche l'avversario, la nemesi. William Finnegan ha subito l'incanto del mare fin da bambino, in California, vedendo i surfisti "danzare sull'acqua". A tredici anni andrà a vivere ai piedi del cratere di Diamond Head, alle Hawaii. E quell'incanto si trasformerà a poco a poco in una devozione assoluta al dio oceano. A venticinque anni, il suo sogno è di rigenerarsi agli Antipodi e vedere il mondo prima che si trasformi tutto in Los Angeles. Inizia così "la ricerca", il viaggio dell'inverno senza fine, la circumnavigazione del globo a caccia di onde. Prima Guam, poi le isole Samoa, il regno di Tonga, l'arcipelago delle Figi, dove scopre il magnifico break di Tavarua, davanti a un lembo di terra assente perfino dalle mappe.
"Vincere è una breve felicità" e questa è la storia di un pugno di uomini che la conquistarono e se la videro svanire tra le mani. Quarant'anni dopo, tocca alla letteratura quel che la cronaca evitò: raccontare la finale di Davis del 1976 nella Santiago del regime di Pinochet, il trionfo oscurato della squadra italiana. Non c'erano telecamere Rai al seguito, pochi gli inviati dei giornali, i filmati cileni sono bruciati, restano appena 26 minuti e 42 secondi di pellicola tremolante. "Silencio, por favor" intima il giudice di sedia, poi Adriano Panatta va al servizio indossando una maglietta rosso-sfida e un destino inatteso, senza precedenti né seguiti, si compie: vincono.
In questa autobiografia, uscita per la prima volta nel 1975, Muhammad Ali, all'apice della sua carriera, racconta di sé con orgoglio e sfacciata schiettezza: "Io sono il più grande" è il suo motto. Ma è un grande che parla a cuore aperto e che non esita ad ammettere: "Ogni volta che metto piede sul ring, lo stomaco mi si chiude dalla strizza", e svela cosa prova quando il pugno dell'avversario giunge a segno, scaraventandolo "nella stanza del dormiveglia". E il lato privato dell'uomo pubblico che questo straordinario memoir ci restituisce: il ragazzo nero che si è aperto faticosamente una strada in una città del Sud ostile e razzista; i suoi anni sul ring, con i suoi incubi, le sue tragedie, e qualche prospettiva di agiatezza per chi accetta di conformarsi alle sue durissime leggi; le dolorose immagini delle vittime, di quelli che non sono mai arrivati al vertice e trascinano la loro esistenza tra gli scampoli di un passato favoloso.
Nel trentennale della fortunata spedizione messicana Diego ci racconta molto più di ciò che si vide allora sul terreno di gioco: ci porta in ritiro, sui campi d'allenamento e nelle camere d'albergo, nelle riunioni improvvisate tra i giocatori, che cambiarono il volto della Selección e il suo destino, negli spogliatoi, sui pullman e sugli aerei dove è nato e si è cementato quell'incredibile gruppo da lui capitanato e condotto verso la gloria eterna. Contro tutto e contro tutti. Lo scetticismo dei tifosi e della stampa argentini. Il «caso Passarella» e quello di un allenatore, Bilardo, mai stimato ma comunque difeso, per il bene della squadra, contro il governo argentino che lo voleva esonerare. Gli intrighi dei politicanti del calcio. E gli avversari, di valore come Rummenigge, Zico e Lineker, o abili ma privi dei suoi valori come il «senzasangue» Platini.
Il 12 ottobre 2011 è una giornata indimenticabile per Paolo Pizzo: con un'ultima "stoccata a pompa", la sua specialità, diventa campione del mondo. Proprio a Catania, la sua città, e questa vittoria non potrebbe essere più bella. E qui che Paolo è nato e cresciuto, qui ha fatto i primi passi su una pedana, seguito dal papà, spadista come lui, e dalla sua famiglia, dove tutti hanno lo sport nel sangue. E il primo successo pieno, netto, esaltante. Ma c'è un'emozione segreta, in quel risultato, qualcosa che era sepolto e riemerge in quel momento: il tumore al cervello che avrebbe potuto allontanarlo per sempre dalla scherma, dalla vita.
Nato e cresciuto in un remoto villaggio della Giamaica, Usain Bolt ha rivelato il suo talento sulla scena dell'atletica nel 2004, quando ha conquistato il record mondiale juniores dei 200 metri, primo ragazzo a scendere sotto i 20". Da allora la sua ascesa è stata inarrestabile. Ha vinto sei Ori olimpici, detiene il record mondiale dei 100, dei 200 e della staffetta 4x100. E l'atleta più veloce di tutti i tempi. In questo libro, la sua autobiografia, Bolt si racconta senza reticenze e con la simpatia che tutto il mondo gli riconosce: gli inizi non proprio convinti (gli piaceva di più il cricket), la famiglia speciale in cui è cresciuto, gli allenatori e i compagni di squadra, la particolare atmosfera giamaicana e la fame di medaglie, i lunghi e dolorosi problemi alla schiena e il terribile incidente stradale del 2009, la popolarità e la responsabilità del successo, gli ammiratori e le ammiratrici, Kingston (e i suoi club) e Pechino e Londra...
«Dove sono cresciuta, le ragazze finiscono in manicomio, oppure lapidate. Le più fortunate vengono date in sposa a un membro di un clan rivale. Sapevo che, nonostante le idee liberali di mio padre e tutti i suoi sforzi, nonostante le storie che ci raccontava, non sarei mai stata davvero libera.»
Questa è la storia incredibile di Maria, nata nella parte più integralista del Pakistan, costretta a fuggire dal suo paese per diventare una campionessa di squash. oggi vive negli stati Uniti e , grazie allo sport, ce l'ha fatta.
Rebecca Yarros
Papa Francesco (Jorg ...
Daniele Giglio
Rebecca Yarros
Aldo Cazzullo
Alexandre Dumas
Valérie Perrin
Alessia Gazzola
Lily Red
Antonio Scurati